Quando mi chiedono cos’è il coaching, di solito rispondo riportando la definizione che ne dà ICF “International Coaching Federation” e cioè “una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”.
Durante le sessioni conoscitive rispondo spesso a questa domanda e mi sono resa conto che questa definizione, anche se perfetta, ai non addetti ai lavori può sembrare qualcosa di astratto. Così ho deciso di scrivere questo post per provare a spiegare più concretamente che cos’è il coaching, aiutandomi con un esempio di coaching conversation.
Spiegato semplice potrei anche dire che è un percorso di sviluppo personale e professionale che si snoda da un punto di partenza ad uno di arrivo.
Il coaching è un processo che favorisce la consapevolezza e la sperimentazione delle potenzialità e delle risorse personali e professionali del coachee, cioè di chi riceve il coaching.
Ma concretamente cos’è il coaching, cosa fa il coach in una sessione? Il coaching consiste nell’ascoltare, stimolare riflessioni, illuminare aree in ombra, rimuovere ostacoli e (ri)scoprire nuove potenzialità nel coachee. È un processo di partnership in cui si lavora su un obiettivo determinato dal coachee ed un piano d’azione che lo responsabilizza verso la presa di decisioni favorevoli e sostenibili al fine di raggiungere il risultato atteso.
Per spiegare ancora più chiaramente, riporto qui di seguito un breve stralcio di una sessione di coaching come esempio.
ESEMPIO DI COACHING CONVERSATION:
Coachee: Uno dei miei obiettivi è ottenere un aumento di stipendio entro la fine dell’anno. Mi aiuti a capire come fare? Coach: va bene… quindi analizziamo la situazione attuale. Vuoi che ti diano un aumento entro l’anno. Sembra un obiettivo importante per te e stimolante. Coachee: Sì, lo è. Ci tengo molto ma è davvero difficile ottenere un incremento remunerativo in questo periodo. Coach: Capisco. Credi che potrebbe essere utile scomporre questo obiettivo in obiettivi più piccoli e più gestibili? Coachee: Perché dovrei farlo? A che pro? Coach: capita che obiettivi grandi come quello che hai menzionato potrebbero scoraggiare, intimorire. E l’emozione della paura rallentare il processo decisionale e il raggiungimento dell’obiettivo. Suddividendo il tuo obiettivo in passi più piccoli da percorrere, potresti pianificare meglio ciò che devi fare per raggiungere la meta. Coachee: Va bene… visto così l’obiettivo fa meno paura, effettivamente. Coach: Ottimo, allora da cosa potresti iniziare per avvicinarti all’obiettivo? Coachee: beh, credo di dover iniziare con una conversazione con il mio capo. Però non me la sento, non sono certa sia una buona idea. Sicuramente troverà delle motivazioni per non concedermelo ancora prima di farmi finire il discorso. Sai è sempre di corsa, ha sempre i minuti contati… Coach: OK, quali sono gli ostacoli che pensi possano impedire una conversazione efficace con il tuo capo? Coachee: la sua mancanza di tempo, sicuramente. Mi metterebbe in uno stato di agitazione. Non sono brava a fare discorsi convincenti. E poi in poco tempo… Coach: Va bene. Come pensi che dovrebbe essere strutturata una conversazione sintetica e sostenibile per te, cioè intendo dire che ti permetta di attenuare il livello di stress e lo trasformi in leggero fastidio, un pizzico di adrenalina? Coachee: … una conversazione breve e sostenibile…non saprei…fammi pensare un attimo. Ah ok, forse ci sono, ho trovato! Un’idea potrebbe essere quella di affrontare la conversazione col mio capo con dati alla mano. Anziché far un discorso generico, tipo “dopo tre anni credo di meritare un aumento, etc etc” che so già non porterebbe a nulla, con lui devo parlare di numeri, risultati ottenuti, come l’incremento di fatturato che ho generato. Magari metto nero su bianco qualche dato numerico preciso del 2021 e del 2020. Coach: Molto bene, come capirai che hai ottenuto il risultato che volevi? Coachee: Beh, intanto già solo il fatto di portare la sua attenzione sui miei risultati dell’ultimo anno e quello precedente è già un gran risultato. E su quella base possiamo cominciare a ragionare insieme. Sono brava ad argomentare i dati. Sì, partirei da lì per chiedere un aumento di stipendio. Coach: Mi sembra un ottimo risultato. E quando pensi di fissare questa conversazione con il tuo capo? Coachee: la fisserò la prossima settimana, giovedì quando so che lui è in ufficio.
COSA È SUCCESSO DURANTE QUESTA INTERAZIONE DI COACHING?
Durante una sessione di coaching il coachee non apprende informazioni dal coach. Il coach non dice cosa deve fare, secondo lui, per arrivare all’obiettivo né tantomeno offre dei suoi consigli. Semmai, suggerisce un metodo, un processo per facilitare la soluzione del problema. Il cliente cioè non acquisisce informazioni dal coach ma le attinge dal suo interno, stimolato dalle domande del coach.
Lo scopo ultimo del coaching non è quello di “istruire” ma di liberare il potenziale del coachee. Il coach supporta il coachee nell’aiutare ad imparare, aumentare la consapevolezza, la responsabilità e la fiducia in sé.
Cosa è successo quindi durante l’interazione tra coach e coachee?
Il coach attraverso delle domande aperte ha stimolato la consapevolezza del cliente, che è uscito dalla gabbia mentale “è praticamente impossibile” ed ha (ri)scoperto delle risorse che possedeva, ha portato il pensiero oltre il momento di stallo ed ha cominciato a valutare la possibilità che ci poteva essere un modo per lei sostenibile di affrontare il suo problema. La persona si è presa cioè la responsabilità di decidere quali azioni compiere.
Concretamente, quali sono i benefici per il coachee ottenuti da questo breve scambio di coaching?
La consapevolezza che si può muovere verso l’obiettivo; la valorizzazione di una sua competenza, la maggior fiducia nelle sue capacità realizzative. E forse altro ancora.
Al contrario, se il coach, anziché facilitare il processo di analisi della situazione, rimozione degli ostacoli ed esplorazione delle possibili opzioni, avesse proposto da subito la sua soluzione, il coachee non “sarebbe cresciuto” durante il processo. Non ci sarebbe stato un momento di sviluppo ma solo un’acquisizione di informazioni.
Spero di aver chiarito le idee su cos’è il coaching e quali sono i suoi benefici. Se vuoi provare, puoi prenotare una sessione di coaching conoscitiva gratuita, cliccando qui.
Per ogni domanda mi trovi qui.