SE STAI PENSANDO AL TUO PIANO B DEVI LEGGERE QUESTO POST

14 Set,20 | Lavoro

Uno dei motivi più frequenti per cui le persone mi contattano per iniziare un percorso di coaching è il loro desiderio di dare una svolta alla loro vita professionale.

Dal racconto della loro situazione attuale, emerge quasi sempre il bisogno di uscire da una situazione professionale frustrante, caratterizzata spesso da un percorso professionale stagnante senza più stimoli e soddisfazioni. Oppure ancora dall’impossibilità di crescita e sviluppo di carriera. Altri ancora si trovano in una situazione di urgenza: sono già usciti dall’azienda e vogliono trovare al più presto un piano B.

Tu hai mai pensato di strutturare il tuo piano B professionale?

Pensare con un certo anticipo al cosiddetto piano B rappresenta un’ottima strategia per gestire una rapida ripartenza in caso di interruzione del percorso professionale. Ma è anche l’opportunità per realizzare finalmente un progetto lavorativo personale: una seconda vita professionale che ti rappresenti, che sia più vicina ai tuoi bisogni alle tue necessità e ai tuoi valori personali.


Sulla base della mia esperienza e di quella dei miei coachee, ho pensato di condividere con te qualche spunto che potrebbe esserti utile se stai pensando al tuo piano B.

IL PIANO B NON SI IMPROVVISA

Il piano B non lo realizzi da un giorno all’altro. Per strutturare il piano B sono richiesti tempo, energia e costanza. Devi pensare prima a gettare le fondamenta del nuovo progetto professionale. Chiarezza di visione, creazione nel tempo della tua credibilità come professionista, analisi e valutazione, dati alla mano, della fattibilità e della sostenibilità nel tempo del tuo progetto.

E poi un concreto e onesto bagno di realtà: per esempio ipotizzare la possibilità che ci vorrà del tempo per accreditarti nella nuova veste professionale e per vedere i primi frutti dell’attività.

COMINCI A PENSARCI DURANTE IL “PIANO A”

Che si tratti di un cambiamento professionale rilevante, di un lavoro in proprio, una start up o una microimpresa, è preferibile che cominci a strutturare il piano B mentre stai ancora lavorando nella tua azienda attuale. A meno che tu sia tra i pochi fortunati che si possono permettere un periodo sabbatico o di stacco totale dal lavoro per pensare al piano B, si comincia a mettere insieme i mattoni del tuo nuovo assetto professionale prima di lasciare l’attuale azienda. I vantaggi sono intuibili e molteplici.

Intanto non hai l’acqua alla gola ma sei in una situazione di relativa sicurezza che ti permette di pensare ai primi passi da compiere con razionalità e calma.

LA CONSAPEVOLEZZA È IL TUO PUNTO DI PARTENZA

Essere consapevole delle proprie competenze professionali, emotive e valutare accuratamene la propria motivazione al cambiamento, sono importanti punti di partenza.

Affinché il tuo progetto professionale sia realizzabile, profittevole e duraturo, è consigliabile partire da un accurato e approfondito bilancio che includa un’analisi delle competenze, delle capacità e attitudini. Dalla comparazione tra la tua situazione attuale e le risorse che servono per avviare il tuo piano B, potrai scoprire quali sono i tuoi punti di forza e dove invece sono le aree di miglioramento.

LA MOTIVAZIONE È LA TUA FORZA PROPULSIVA

È fondamentale riflettere con grande onestà sulla tua motivazione al cambiamento e sulla tua flessibilità ad accogliere con resilienza le sfide e le difficoltà che spesso sono insite nel cambiamento stesso.

Se riesci a costruire il tuo piano B lavorativo attorno ai tuoi bisogni e ai tuoi desideri più autentici, la tua motivazione prenderà forza. Il tuo “perché” sarà la tua forza propulsiva che ti farà andare avanti anche nei momenti di difficoltà.

UNA BUONA IDEA NON BASTA

Quando si pensa al piano B, spesso di pensa al famoso sogno nel cassetto che da tempo si spera di realizzare. Ma solo una buona idea non basta. Serve verificare se le fondamenta del progetto reggono, se il piano B è sostenibile da un punto di vista economico, cioè se ha mercato. Qual è il bisogno che va a soddisfare? Qual è il tuo target? Come offrirai i tuoi prodotti o servizi? E che cosa ti distingue dalla concorrenza? Se hai già una risposta adeguata al mercato a queste domande, il tuo piano B non è solo una buona idea ma il germoglio di un progetto fattibile.

AMPLIA GLI ORIZZONTI

Nella mia modesta esperienza, una cosa che ho trovato molto utile, controintuitiva per certi versi, è stata quella di osservare cosa fanno e come si muovono sul mercato altri professionisti non appartenenti al mio stesso settore. Uscire dai confini del proprio settore, arricchisce di nuovi stimoli, ispirazioni e creatività.

CONTINUA A STUDIARE

Devi pensare al tuo piano B come ad una piantina che sta spuntando. Sia in fase di creazione che dopo il suo lancio avrà bisogno di nutrimento costante, cure e accudimento. Perciò affinché nasca e cresca forte e sana, è importante continuare a leggere, informarsi e studiare.

Spero che questo post ti sia piaciuto e ti sia stato utile. Se vuoi darmi un feedback, la mia mail è: amanda@amandafranchi.com

Ciao, a presto!